Un’azienda che include tutti e ricicla per un mondo diverso

di Patrizio Nissirio

Le coperte di Fody

Tra tessuti e umanità, c’è chi cuce lentamente, a mano, pezzi di un mondo nuovo. Il suo nome è FODY – Eco Social Fabrics – e dal 2020 a oggi è diventata un simbolo di come si possa cambiare il paradigma dell’impresa: dal profitto a ogni costo, al profitto per l’impatto.

Tutto comincia durante la pandemia, quando alcuni volontari decidono di realizzare coperte per animali abbandonati utilizzando scarti tessili. Non è solo una trovata sostenibile, ma un gesto pieno di significato: ciò che era scarto diventa salvezza, ciò che era dimenticato – stoffa o persona – diventa valore.

Quel gesto iniziale ha acceso una scintilla. In poco tempo, la piccola iniziativa si trasforma in un progetto strutturato che unisce tre elementi spesso difficili da trovare nello stesso luogo: inclusione lavorativa per persone con disabilità intellettiva, sostenibilità ambientale attraverso l’upcycling tessile, e solidarietà concreta rivolta agli ultimi della società.

Uno dei ragazzi e un operatore di Fody al lavoro

Dalla stoffa allo scopo: una startup benefit che cuce legami

FODY si costituisce ufficialmente nel 2022 come startup innovativa a vocazione sociale. La sua missione è semplice quanto rivoluzionaria: recuperare rimanenze tessili — stoffe pregiate ma escluse dal ciclo produttivo — e trasformarle in nuovi prodotti grazie al lavoro di persone in condizioni di fragilità. Il tutto, destinando una parte della produzione a chi non ha un tetto o un rifugio.

“La nostra economia produce troppo e spreca troppo”, raccontano i fondatori. “Ogni anno, solo in Italia, generiamo oltre 160.000 tonnellate di rifiuti tessili. Noi recuperiamo queste eccedenze e le trasformiamo in shopper, zaini, sacche, borse mare. Ma soprattutto, in coperte salvavita”.

I numeri parlano chiaro: oltre 30.000 coperte già donate in cinque paesi, con l’obiettivo ambizioso di arrivare a un milione entro il 2030. Ma dietro a ogni coperta c’è molto di più. C’è una mano che l’ha cucita, una storia che si è intrecciata con altre. Persone che, spesso considerate “inoccupabili”, in FODY trovano un ambiente formativo e accogliente in cui imparare, sperimentare, e in alcuni casi ottenere un contratto di lavoro stabile.

Inclusione non come slogan, ma come modello produttivo

“FODY è un laboratorio, non solo nel senso fisico”, spiega Gabriele Veronesi, uno dei volti del progetto. “È un luogo in cui si sperimenta un altro modo di fare impresa. I nostri artigiani sono spesso persone con disabilità intellettiva, o provenienti da percorsi di svantaggio. Insieme a loro creiamo oggetti belli e utili, ma soprattutto creiamo legami”.

Nei laboratori si tengono corsi base di taglio, cucito e assemblaggio, seguiti da tirocini. Chi dimostra motivazione può accedere a impieghi stabili. È un percorso in cui la dignità personale viene prima della performance, e in cui ogni persona è considerata una risorsa e non un costo. Nel 2023 FODY ha vinto il premio Luce! per la Start Up inclusiva

“Dimostriamo che la fragilità può essere forza, se valorizzata nel modo giusto”, sottolinea Veronesi. “Ogni giornata di lavoro è un traguardo condiviso”.

Collaborazioni con il terzo settore e imprese: insieme per un impatto misurabile

Oggi FODY collabora attivamente con enti del terzo settore per distribuire coperte a senzatetto, rifugiati e animali in difficoltà. I programmi “Blanket 4 Homeless”, “Blanket 4 Refugees” e “Blanket 4 Puppies” sono ormai marchi riconosciuti della solidarietà operativa made in Italy.

Ma FODY non si limita alla beneficenza. L’azienda offre anche servizi concreti alle imprese interessate a integrare obiettivi ESG (ambientali, sociali e di governance) nei propri modelli. Tra questi:

  • Prodotti eco-solidali personalizzati, ideali per regalistica aziendale sostenibile;
  • Workshop e attività esperienziali, dove dipendenti e artigiani lavorano fianco a fianco per creare oggetti e riflessioni condivise;
  • Supporto alla CSR, con report, KPI di impatto e media kit per valorizzare le azioni compiute.

Un esempio è il “Fabric Wall”: installazioni sensoriali realizzate con tessuti di recupero, capaci di ridurre il riverbero acustico negli uffici e comunicare i valori aziendali in modo tangibile. Oppure le “Fabric Gift”: zaini o coperte cuciti a mano durante eventi di team building, e poi donati a chi ne ha più bisogno.

Una visione d’impresa che guarda lontano

Il progetto FODY è in continua evoluzione. Accanto alla produzione, stanno nascendo nuove idee di open innovation, con l’obiettivo di declinare il modello FODY in altri contesti sociali e produttivi. E il messaggio che ne esce è potente: anche ciò che sembra piccolo o inutile può diventare fondamentale, se messo nelle mani giuste.

In un momento storico in cui le imprese sono chiamate sempre più a rendere conto del loro impatto sul pianeta e sulla società, FODY rappresenta un esempio virtuoso, concreto, replicabile. Non una favola, ma una realtà cucita ogni giorno con cura, stoffa e umanità.



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